Locandina Film CARO DIARIO

CARO DIARIO

Film

Commedia

Divertentissimo, colmo di indimenticabili tormentoni morettiani, ma capace anche di momenti di autentica commozione (la lunga scena del pellegrinaggio verso il luogo dove morì Pasolini). Premio per la regia al festival di Cannes 1994.

diNanni Moretti

conNanni Moretti (Nanni), Renato Carpentieri (Gerardo), Antonio Neiwiller (il sindaco di Stromboli), Claudia Della Seta (donna seconda coppia), Lorenzo Alessandri (uomo seconda coppia), Raffaella Lebboroni (donna prima coppia), Marco Paolini (uomo prima

durata: 100 min. produzione: ITA (1993)

Link al sito: http://distribuzione.ilcinemaritrovato.it/caro-diario

Soggetto e sceneggiatura: Nanni Moretti. Fotografia: Giuseppe Lanci. Montaggio: Mirco Garrone. Scenografia: Marta Maffucci. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Nanni Moretti (Nanni), Renato Carpentieri (Gerardo), Antonio Neiwiller (il sindaco di Stromboli), Claudia Della Seta (donna seconda coppia), Lorenzo Alessandri (uomo seconda coppia), Raffaella Lebboroni (donna prima coppia), Marco Paolini (uomo prima coppia), Moni Ovadia (Lucio). Produzione: Angelo Barbagallo, Nanni Moretti e Nella Banfi per Sacher Film, Banfilm, La Sept Cinéma. Durata: 101’

 

Diviso in tre capitoli autonomi e complementari (In vespa, Isole e Medici), Caro Diario rimane, a quasi trent'anni dalla sua prima uscita in sala, un sorprendente oggetto estraneo di un autore unico del nostro cinema. Per Nanni Moretti, “splendido quarantenne” , è un punto di svolta: dopo la crisi ideologica di Palombella rossa, il “leone di Monteverde” abbandona il suo alter ego Michele Apicella e porta sullo schermo se stesso, senza filtri, dalle gite in vespa nella Roma agostana deserta fino alla sua, reale, malattia. Un'autobiografia profondamente collettiva, dove le ossessioni personali del regista – il passato, le case, il ballo, i (cattivi) critici… – si fondono con quelle di un paese intero, incapace di ricordare, di comunicare, di ascoltare, di capire. Divertentissimo, colmo di indimenticabili tormentoni morettiani, ma capace anche di momenti di autentica commozione (la lunga scena del pellegrinaggio verso il luogo dove morì Pasolini). Premio per la regia al festival di Cannes 1994.

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