LA CENERENTOLA di G. ROSSINI

(LA CENERENTOLA al Teatro Carlo Felice di Genova.)

LIRICA

MUSICA

La CenerentolaOpera in due atti su libretto di Jacopo Ferretti dall'omonima fiaba di Charles Perrault
Musica di Gioacchino Rossini (1792 - 1868)

diPaul Curran

con

Don Ramiro-Antonino Siragusa 
Dandini-Marco Vinco 
Don Magnifico-Alfonso AntoniozziClorinda-Carla Di Censo 
Tisbe-Paola Gardina

durata: 168 Min. produzione: RAI TRADE (2006)

Una volta c’era un Re che a star solo s’annoiò. Cerca cerca ritrovò; ma il volean sposare in tre. Cosa fa? Sprezza il fasto e la beltà e alla fin sceglie per sé l’innocenza e la beltà. La la la là; li li li lì; la la la là…
Aggiungendo questo risvolto morale alla storia che tutti conosciamo fin da bambini (e che è sempre bene ricordare proviene dalla fantasia di Charles Perrault, scrittore francese che alla fine del Seicento dette il via al genere fiabesco nella letteratura francese), si sarà raccontata la sinossi della Cenerentola, melodramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti che il Teatro Carlo Felice di Genova mette in scena in questi giorni nell’edizione critica di Alberto Zedda e nel felice allestimento firmato da Paul Curran a Napoli qualche anno fa.
A dire il vero il compito del recensore è in quest’occasione alquanto agevolato, dovendosi segnalare in primo luogo una compagnia di canto equilibrata che ha risposto in maniera pertinente e gradevole alle intenzioni suggerite dal podio orchestrale occupato da Renato Palumbo. Concertazione efficace e direzione frizzante hanno reso l’impasto dei suoni, in buca come in palcoscenico (ah, quanto piacere dai concertati intonati e precisi), ricco di colori e descrittivo delle situazioni che si stavano svolgendo.
Vorrei spezzare una lancia in favore delle maestranze del teatro genovese, da segnalare oltre che quando protagoniste di innumerevoli rivendicazioni sindacali anche quando, per competenze e versatilità non comuni, permettono alle scene, in questo caso di Grossi, di trasformarsi con la magia di una fiaba e di apparire allo spettatore come un unico percorso che conduce alla storia per mezzo di immagini suggestive e plasticamente ineccepibili.
Il pubblico ha reagito con l’entusiasmo tipico dei grandi successi tributando una vera e propria ovazione a Sonia Ganassi che, voci non confermate e per le quali si spera in più d’un ripensamento, dovrebbe interpretare in questa occasione la sua ultima Angelina.
Il successo è stato chiarissimo anche per Marco Vinco, Dandini di ottimo timbro; Alfonso Antoniozzi, Don Magnifico, personaggio fra i più aderenti alle sue corde; Carla Di Censo e Paola Gardina, Clorinda e Tisbe, troppo belle in figura, ma belle anche in voce; Simon Orfila, nobilissimo Alidoro, gratificato da consensi particolarmente espliciti del pubblico genovese e in vera serata di grazia. Non ha entusiasmato invece Antonino Siragusa, che sconta l’impostazione stereotipata ai personaggi rossiniani, costringendo artificialmente i suoni e facendoli risultare un po’ piatti.
L’orchestra e il coro maschile (bravissimo Ciro Visco!) hanno offerto prestazioni di assoluto interesse, confortati dalla prova esemplare del maestro Palumbo che ha così confermato il suo indiscutibile afflato con la musica di Rossini.
Il “secondo” cast, si segnala come altrettanto importante da ascoltare con John Osborn, don Ramiro; Giorgio Caoduro, Dandini; Marco Cristarella, Don Magnifico; Annarita Gemmabella, Angelina; Joan Martin-Royo, Alidoro.


David Toschi

Recensione da:

OPERACLIK.COM