Locandina Film La Forma dell'Acqua - The Shape of Water

La Forma dell'Acqua - The Shape of Water

(The Shape of Water)

Film

Drammatico

Un'opera dalla portata estetica e morale esemplare che rinnova le affinità tra l'uomo e il mondo marino. CANDIDATO A 13 PREMI OSCAR!

diGuillermo del Toro

conSally Hawkins, Doug Jones, Michael Shannon, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Lauren Lee Smith, David Hewlett

durata: 119 min. produzione: U.S.A. (2017)

Link al sito: http://www.foxsearchlight.com/theshapeofwater/

di Rosanna Donato Voto: 7.5
 
 
 
 
Presentato In Concorso alla 74a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, “The Shape of Water” è il nuovo film del visionario Guillermo del Toro. La pellicola vanta un cast di eccezionale bravura ed espressività - tra gli interpreti ricordiamo Sally Hawkins, Richard Jenkins e Octavia Spencer - e racconta una sorta di fiaba gotica. Ambientata nel periodo della Guerra Fredda americana (1963), la storia è incentrata su una giovane eroina senza voce. A causa del suo mutismo, l'addetta alle pulizie di nome Elisa (Sally Hawkins) si sente intrappolata in un mondo di solitudine, un mondo che la vedo come un essere incompleto e difettoso. Incaricate di ripulire un laboratorio segreto, Elisa e la collega Zelda (Octavia Spencer) vengono a conoscenza di un pericoloso esperimento governativo: una creatura squamosa dall'aspetto umanoide, tenuta in una vasca sigillata piena d'acqua. Nel tempo Eliza si avvicina sempre di più al "mostro", costruendo con lui una naturale e spiazzante complicità.
Guillermo del Toro colpisce ancora. “The Shape of Water” è la sua ultima fatica. Una pellicola che vale la pena vedere per tanti motivi, ma che tenta di nascondere anche qualche difetto. Innanzi tutto, è bene dire che l’idea su cui si fonda il film non è affatto originale, fermo restando che il regista riesce comunque ad intrattenere lo spettatore con una regia particolarmente incisiva. Possiamo notare un palese richiamo al film d’animazione Disney “La Bella e la Bestia”, anche se il contesto è molto differente. Lei, una donna di bell’aspetto; lui, un essere che di umano ha poco e niente. Eppure, potrebbe sorprendere quanto la creatura possa risultare più umana di quanto si possa pensare. La pellicola, caratterizzata da un ritmo narrativo abbastanza lento ma sostenuto dall’inizio alla fine, insegna che l’amore è universale e può essere provato in diversi modi e tra esseri di genere differente. Non stiamo parlando dell’amore provato nei confronti degli animali perché in questo caso il sentimento assume dei risvolti inaspettati.

Si tratta di un sentimento che nasce nel momento in cui due esseri simili si incontrano e si rendono conto che i loro difetti sono niente in confronto alle emozioni che li legano l’uno all’altra. Simili perché soli e incompleti, ma soprattutto in perfetta sintonia. Una comunicazione che non lascia spazio alla parola. Eppure entrambi riescono a capirsi, senza bisogno di comunicare a voce, ma adottando un approccio più intimo, fatto di sguardi, piccoli gesti e forte espressività. Non manca inoltre un tocco di fantasy. Un fantasy che non annoia il pubblico indisposto verso questo genere cinematografico, perché al centro di tutto c’è una storia d’amore intensa, capace di travolgere lo spettatore, tanto da arrivare a colpire nel punto più profondo della sua anima. Una sceneggiatura diretta, chiara e affascinante in termini di linguaggio caratterizza “The Shape of Water”, il cui punto di forza sono i lunghi silenzi tra Elisa e la creatura squamosa senza nome. Silenzi sotto i quali, tra l’altro, non vi è alcuna colonna sonora. Perché il regista è consapevole della loro immensa potenza individuale (anche se la musica è presente, soprattutto nei momenti più drammatici). Da citare è inoltre l’ironia di cui fa largo uso il personaggio interpretato da Octavia Spencer. Battute che suscitano non poche risate nello spettatore e che aiutano a mantenere l’attenzione anche quando la vicenda si fa via via sempre più drammatica.

Impeccabili i protagonisti della vicenda, Sally Hawkins e il “mostro”, ma anche Richard Jenkins e Octavia Spencer. Tutti credibili e mai fuori luogo, ma a colpire totalmente nel segno è la Hawkins. Sensuale, sola, ma con un animo puro, invidiabile nel film. Un carattere che esprime con particolare chiarezza sin dall’inizio. Non solo per la sua intensa espressività, ma anche per il suo aspetto innocente e sensibile.

Recensione da:

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