SynerJazz Trio in concerto

(SynerJazz Trio )

CONCERTO

MUSICA

il SYNERJAZZ Trio presenta in anteprima alcuni brani del nuovo CD che uscirà in estate 2009

diMIRKO SIGNORILE

conMirko Signorile, pianoforte 
Giorgio Vendola, contrabbasso 
Vincenzo Bardaro, batteria

produzione: ITA (2009)

Link al sito: http://www.synerjazz.com/

Dopo il fortunato tour di "The Magic Circle" tra i più importanti festivals italiani e l'esibizione al cotton club di Tokyo, nel concerto al "Piccolo Osservatorio Universale Garzia" il SYNERJAZZ Trio presenta in anteprima alcuni dei brani del nuovo CD che uscirà nell'estate 2009

La storia del SynerJazz Trio inizia al Clusone Jazz Festival nell’estate del 2004, ma l’incontro di Mirko Signorile (pianoforte, Fender Rhodes), Giorgio Vendola (contrabbasso) e Vincenzo Bardaro (batteria), risale a diversi anni prima. Sono molti gli elementi che accomunano i tre musicisti: gli studi classici al conservatorio, la frequenza dei corsi di perfezionamento di Siena Jazz, le collaborazioni - tuttora attive - con Nicola Conte, Gaetano Partipilo e Rosalia De Souza. Di tutte le formazione in cui il talento di Signorile si è espresso negli ultimi anni, la dimensione del trio sembra quella che oggi rappresenta al meglio il giovane pianista pugliese, classe ’74, il cui stile pianistico e compositivo ha raggiunto piena maturità con l’ultimo, raffinato lavoro discografico, “The Magic Circle” (il secondo di Signorile per l’etichetta Soul Note di Giovanni e Flavio Bonandrini, da oltre venticinque anni vanto della discografia jazz italiana). Nel cerchio magico l’interplay tra piano, contrabbasso e batteria raggiunge livelli altissimi; la combinazione delle tre personalità consente originali riletture di brani pop e jazz (Mad About You, di Sting e Jane's Delight, di Don Pullen), fonde la tradizione europea con quella afro-americana (reinterpretando un pezzo di musica classica – l’Intermezzo Op 117, N 2 di Brahms, in questo caso - e mischiandolo al celebre Caravan di Duke Ellington), e si esprime alla perfezione nell’esecuzione dei brani a firma del leader, le cui maggiori influenze passano attraverso Andrew Hill, Steve Coleman, Don Pullen, ma anche Jimi Hendrix e Marc Ribot, per arrivare alla scena contemporanea newyorkese di Greg Osby, Jason Moran, Nasheet Waits. Un repertorio affrontato con libertà e leggerezza, ma rigoroso ed elegante, reinventato estemporaneamente nelle situazioni live, condotto in direzioni sempre diverse, alimentato dall’ascolto reciproco e dal dialogo. In ogni parte, determinato dalla profonda sinergia – appunto – che lega i tre musicisti.